IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA B.V. MARIA - Lc 1, 26-28
Cosa ha da dirci ancora oggi Maria di Nazaret, una ragazzina letteralmente travolta da un mistero di grazia decisamente più grande di lei e della sua consapevolezza, eppure dal cuore pieno di fiducia?
Ecco già questa è una cosa che risuona necessaria per noi oggi: un cuore pieno di fiducia. E come potrebbe Maria fidarsi di un angelo, come potrebbe affidarsi a una parola sospesa, senza nessuna conferma se non quella di una promessa, se non avesse un cuore capace di fidarsi e di affidarsi?
Senza questo suo profondo atteggiamento nulla sarebbe cambiato nella sua vita e nulla sarebbe cambiato nella storia del mondo.
Proprio questo oggi ci manca, manca moltissimo nella nostra vita e nei nostri rapporti: saperci fidare e dare fiducia. Siamo schiavi di quella condizione ripresentata dal racconto della Genesi e che continuiamo a rivivere: viviamo nel continuo sospetto che sia Dio che gli altri siano i nostri antagonisti, viviamo nel continuo sospetto che in definitiva nessuno ci ami veramente per quello che siamo.
Non ci fidiamo di Dio perché come Adamo ed Eva vorremmo essere noi a decidere cosa è bene e cosa è male, vorremmo in definitiva essere noi dèi a noi stessi. E nel non fidarci di Dio, anzi oggi diremmo nel non pensare nemmeno di avere bisogno di lui, perché molti credono di poter vivere come se Dio non esistesse, finiamo per non fidarci nemmeno più di noi stessi e ancor meno degli altri.
La vita diventa davvero un inferno. Quando perdiamo la fiducia la vita diventa una dannazione, un’eterna sofferenza: si dubita di tutto e di tutti, ci si chiude su sé stessi, ci si irrigidisce su posizioni esasperate… diventiamo dimora di un demone che prende tutta la casa.
Ora chi schiaccerà la testa a questo demone che ci abita? Chi lo potrà rendere innocuo? Con quale antidoto possiamo riprendere in mano la nostra vita?
Prima ancora di fare qualcosa, contempliamo Maria di Nazareth: non è una ragazza che parla molto, contrariamente alle nostre aspettative. Aveva il suo progetto di vita, aveva in mente di farsi una famiglia con il suo Giuseppe, una vita tutto sommato tranquilla, senza grandi aspettative, senza grandi ideali se non quelli consegnati dalla sua educazione e dalla crescita in mezzo alla sua gente.
Contempliamo la sua capacità di fidarsi di un mistero grande che cambierà il corso del tempo e della storia, ma di cui lei in quel momento non è in grado di valutare le conseguenze. Maria si fida di una parola sospesa a una promessa.
Fidarci di Dio non è cosa da poco. Eppure non è questa la grande differenza? Pensare alla vita come un progetto che va secondo le nostre aspettative e i nostri desideri, o pensarla invece come una vocazione cui rispondere con la fiducia che Maria ci ha dimostrato essere feconda di futuro?
La celebrazione di oggi ci consegna una Parola sospesa di cui poterci fidare e a cui poterci affidare per guardare alla vita con la disponibilità a rispondere a ciò che la realtà ci fa incontrare e non a ciò che vorremmo. Torniamo ad accogliere le persone che incrociamo sulla nostra strada e aprirci così all’inedito, a una rigenerazione della nostra condizione.
Riconosciamolo: la fiducia rigenera, la fiducia è rigenerativa, non lascia che veniamo schiacciati sotto il peso della paura e della tristezza. Maria non si lascia schiacciare la testa sotto questo peso, anzi con la sua capacità di fidarsi è lei a schiacciare la testa al demone della sfiducia. D’altronde Dio non fa così? Se stesse a misurare le nostre colpe, le nostre responsabilità… si stuferebbe subito di noi. Invece continua a rialzarci, a rigenerarci. Maria di Nazareth, donaci un po’ della tua capacità di fidarti di Dio.
(Gn 3,9-15.20; Lc 1,26-28)