TUTTI I SANTI - Mt 5, 1-12
Non vorrei sprecare troppe parole per la festa di oggi, solo un pensiero prima di immergerci nel canto delle litanie dei santi che faremo tra poco, durante il quale vi invito a lasciarvi sostenere come nella corrente di un fiume che scorre verso l’oceano di Dio.
Lasciamoci trasportare, come quando in mare ci lasciamo cullare dalle onde, per vivere una profonda verità: siamo quello che siamo in quanto sostenuti da chi ci ha preceduto, dalla corrente di vita e di amore dell’umanità santa, quell’umanità che ha creduto nell’amore di Dio.
Certo noi della storia conosciamo gli eventi, le guerre, i personaggi che i libri ci hanno insegnato e anche tutto questo è parte della nostra vita oggi. Anche tutto il dolore del mondo, la sofferenza di gran parte dell’umanità, gli errori, gli sbagli, i fallimenti, le violenze… sono entrati a far parte del nostro modo di sentire, di vivere e di pensare.
Ma noi siamo anche il bene fatto da chi ci ha preceduto, forse facciamo più fatica a rendercene conto, di fatto siamo anche dentro questa corrente di vita e di amore che molte persone hanno vissuto e che ora ci sostengono proprio come sulle onde del mare.
Sono coloro che Giovanni nell’Apocalisse descrive come quelli che vengono dalla grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello.
Sono coloro che Gesù nel Vangelo descrive come capaci di attraversare le condizioni più complesse della vita, la povertà, il pianto, la mancanza di giustizia… con una fede incrollabile.
A noi, alle nostre generazioni tocca fare un’operazione importante: trascinare le sante e i santi fuori dalle nicchie in cui li abbiamo imprigionati e relegati, perché non sono persone strane, uomini e donne macerati dalla mortificazione, che hanno rinunciato alla vita. Anzi. La vita l’hanno talmente amata da farla fiorire.
I santi non sono dei maghetti operatori di prodigi: il più grande miracolo che ci insegnano è la loro continua conversione.
I santi non sono perfetti e impeccabili – sarebbero così presuntuosi di salvarsi da soli? -, ma hanno avuto il coraggio, che spesso noi non abbiamo, di ricominciare, dopo avere sbagliato.
I santi non sono dei solitari: dopo avere conosciuto la gloria e la bellezza di Dio, non hanno che un desiderio, quella di condividerla con noi.
Non dimentichiamo che l’unico santo canonizzato direttamente da Gesù, di cui si parla nel Vangelo, è il “buon ladrone”, un anonimo delinquente.
È lì a ricordarci che la santità è spalancare le braccia al suo amore, un amore capace di rendere anche noi, ladroni che ancora forse devono pentirsi, pienamente felici.
Mentre ci lasciamo portare dalle onde di santità di chi ci ha preceduto, chiediamo ai santi un aiuto per il nostro cammino: Pietro ci doni la sua fede rocciosa, Francesco la sua gioiosa povertà, Chiara la perfetta letizia, Teresina la semplicità dell’abbandono a Dio…
Così, insieme, noi quaggiù e loro che ora sono colmi, cantiamo la bellezza di Dio in questo giorno che è nostalgia di ciò che potremmo diventare, se solo imparassimo a fidarci di più del Vangelo.
(Ap 7,2-4, 9-14; Mt 5, 1-12)